Il pavimento della Basilica di Gallarate venne fatto realizzare a partire dal 1924 su ordine della Veneranda Fabbriceria. La precedente pavimentazione, infatti, era oramai quasi interamente degradata ed, inoltre, il nuovo pavimento costituiva l’occasione per risolvere alcuni problemi di staticità, permettendo la realizzazione di una nuova platea in calcestruzzo al di sotto di esso.
Il progetto venne affidato all’architetto Romeo Moretti, il quale realizzò ben tre proposte di progetto. In un primo momento la Commissione appositamente costituita richiese che venisse disegnato un pavimento che fosse interamente realizzato in marmi policromi. Tale decisione venne poi rivista e il Moretti progettò un pavimento misto, costituito, invece, da lastre di marmo e mosaici. Egli dichiarò di essersi ispirato alla monumentalità romana ed in particolare alle forme dei pavimenti della Basilica di San Paolo fuori le Mura e al Panteon.
La varietà di marmi utilizzati è molteplice, ad esempio sono stati utilizzati il Giallo Siena, il Rosso di Levanto, il Nero di Varenna ed il Bardiglio della Cappella.
Il pavimento, inoltre, è ricco di motivi sacri e raffigurazioni simboliche della fede, oltre che di stemmi di uomini illustri gallaratesi dell’epoca.
Ciò che oggi vediamo non è esattamente uguale a ciò che venne progettato dal Moretti. L’architetto, infatti, cambiò diverse volte in disegno in corso d’opera, forse per ragioni economiche.
Tale pavimento è soggetto a fenomeni di degrado di diverse tipologie, come erosioni, delaminazioni delle tessere musive e formazione di lacune.