Il progetto sul costruito è l’esito di un sapiente dosaggio tra cosa trasformare e cosa conservare, alla luce della conoscenza.
Da un lato c’è, dunque, la conservazione della materia, in quanto sedimentazione fisica della memoria collettiva. In Italia ci sono circa 500.000 edifici soggetti o assoggettabili a tutela, più i siti UNESCO e i siti archeologici: pare ovvio che non sia possibile trovare le risorse necessarie per restaurarli tutti, ma che sia opportuno, invece, un cambio di strategia di intervento.
Dall’altro lato c’è la trasformazione, essenziale in quanto gli edifici sono oggetti d’uso e, come tali, vanno continuamente adattati al variare delle esigenze dei fruitori. Se gli edifici non vengono trasformati non vengono utilizzati e, di conseguenza, vanno in decadimento. La trasformazione, tuttavia, porta con sè, inevitabilmente, una modifica.
Come è possibile, dunque, che queste due azioni diametralmente opposte possano conciliarsi nei progetti futuri sul patrimonio storico artistico? Occorre forse approcciarsi in maniera differente,cambiando i paradigmi che fin’ora ci hanno accompagnato?
Nel discorso tenuto dal Prof. Paolo Gasparoli al TEDx di Giugno 2018 si parla proprio di questo.
(Immagine in evidenza copyright TEDx)
“La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno per volta”
Abramo Lincoln