Osservando l’angolo sud-ovest di piazza Mercanti, a Milano, si scorge la Casa dei Panigarola. La famiglia Panigarola era una famiglia di notai Gallaratesi, i cui membri membri ricoprirono importanti cariche istituzionali, incaricati di registrare e trascrivere i decreti ducali, gli atti pubblici e di determinare le categorie degli atti privati. Nel 1351 è attestato l’inizio della carriera della famiglia Panigarola, come gestore dell’ufficio degli Statuti. Nel 1447, con la promulgazione della Repubblica Ambrosiana, i beni dei Visconti vengono requisiti e venduti. Arrigo Panigarola, già banchiere, entrato nel governo repubblicano se ne avvantaggia, con un sostanziale arricchimento personale, come altri uomini di finanza. La famiglia di notai mantenne i propri incarichi sin quando si estinse definitivamente, nel 1741.
La Casa Panigarola, oggi proprietà delle Assicurazioni Generali, si presenta attualmente come un edificio a tozze arcate a sesto acuto con cornici in terracotta a fogliami. La facciata, che ricopre una struttura preesistente, fu progettata da Giovanni Solari nel 1466, per venire restaurata, nel 1899, da Luca Beltrami, a cui si deve l’aggiunta della monofora al piano superiore. La superficie è delimitata da un fregio in cotto con finestre ogivali e presenta una ricca decorazione. L’intonaco è ornato da graffiti lombardi a losanghe. La parte sinistra della costruzione ospita attualmente un ristorante, quella destra invece un loggiato (normalmente chiuso da una cancellata) che permette l’accesso, mediante una scala interna, alla rampa sospesa che conduce all’ingresso del Palazzo della Ragione.
Fino al 1788, in questo angolo di Piazza sorgeva la Chiesa di San Michele al Gallo e, dietro ad essa era presente un cimitero. Nel 1433, il Duca Filippo Maria Visconti concesse il permesso all’Università dei Mercanti di costruire una sala per le proprie riunioni che venne edificata adiacente al retro della chiesa, collocata al primo piano e occupante tre campate: sotto di essa si trovavano gli uffici dei Panigarola. Inizialmente la facciata su Piazza Mercanti doveva essere piuttosto disomogenea: era costituita, infatti, da una porzione della facciata laterale della chiesa, un porticato al piano terra, gli uffici dei Panigarola e, infine, uno scalone di ingresso. Quando, nel 1788, la Chiesa di San Michele al Gallo venne rasa al suolo, e sostituita da un’oreficeria, Casa Panigarola cominciò a subire diversi interventi che la trasformarono dandole la conformazione che oggi vediamo.
Su progetto di Pietro Gilardoni, nel 1809, la Camera dei Mercanti e l’Ufficio degli Statuti venne rialzati di un piano.
Nel 1899, Luca Beltrami ricostruì la facciata laterale della Chiesa. Dopo aver eseguito saggi ed indagini di varia natura, scoprì presenza di antiche decorazioni in cotto, di una finestra collocata al piano primo con arco a sesto acuto e di alcune decorazioni a graffito. Nonostante l’incertezza delle sue scoperte, il Beltrami procedette con la ricostruzione degli elementi decorati
vi individuati secondo il modello quattrocentesco che egli ritenne coerente con i ritrovamenti.
L’ultimo intervento, che diede alla facciata la attuale conformazione, fu ad opera dell’architetto Antonio Cassi Ramelli, nel 1967. Egli tentò di ridare omogeneità alla facciata rifacendosi alle teorie sul restauro critico che all’epoca erano molto diffuse, andando a privare l’edificio del sopralzo realizzato nel XIX secolo, ritenuto incoerente dal punto di vista figurativo, e rimuovendo le tamponature nelle arcate al piano terreno. L’intervento di Cassi Ramelli non può essere ritenuto certo di natura conservativa: egli si rifà, infatti, alle teorie proposte tra gli altri da Renato Bonelli che sosteneva la necessità di reintegrare l’opera riportandola “all’unità figurativa”,
legittimando le ricostruzioni (purché sicure e non sostanziali), e “completando le parti mancanti in modo da ridare la veduta autentica, piuttosto che designare alla vista le aggiunte”. Inoltre, l’intervento progettato dal Cassi Ramelli fu piuttosto pesante in quanto gran parte delle strutture lignee dell’edificio furono sostituite da altre in cemento armato e, facendo riferimento a un grave quadro fessurativo di facciata, si procedette, come già accennato, con la demolizione del piano di sopralzo del Gilardoni. Anche l’antica scala che collegava la piazza con il passaggio sopraelevato che consentiva l’accesso al Palazzo della Ragione venne eliminata.
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L’attuale intervento di restauro, su progetto dell’arch. Roberto Segattini, consiste in:
– Iniziale trattamento di pulitura a secco tramite aspirazione delle polveri
– successivo preconsolidamento dell’intonaco seguito da lavaggio manuale con uso di detergenti chimici a Ph neutro
– consolidamento in profondità e risarcitura degli intonaci
– consolidamento corticale e finitura protettiva
– trattamento conservativo delle superfici in cotto